Il primo BREVETTO non si scorda mai!
Ci tengo a riportare la storia del mio primo brevetto “mon amour”, non per autogratificazione, anche se, inutile nasconderlo, dietro di sicuro ci sono tante leve psicologiche.
Penso sia utile inserire questo, beh qui li chiamano articoli, quindi lo chiameremo articolo, perché per molti aspetti parecchie situazioni ambientali sono ancora attuali a distanza di quasi 40 anni (sob!).
Questo blog ha come scopo diffondere la conoscenza dei QR Code e tutti i possibili utilizzi, ma anche far conoscere il nostro brevetto che si basa su di essi.
Quindi ne approfitto per dire la mia sull’iter brevettuale, visto che è un pò di tempo che ci bazzico, e negli ultimi 4 anni in modo intenso.
Un’idea quando nasce, quasi sempre, è il frutto di una miriade di “circostanze ambientali”; di solito la motivazione deriva dalla voglia di soddisfare una esigenza, migliorare un processo, voi siete l’antenna che ha captato il segnale, ma come vedremo non siete i soli, l’altro aspetto è che quando uscirà il vostro brevetto, ci saranno un’altra marea di antenne che si attiveranno.
Il Brevetto
si chiama “adattatore elettrico
Le prese di corrente, ancora oggi nelle nostre case si dividono in “quello piccole” e “quelle grandi”; di solito la spina del nostro elettrodomestico è piccola quando abbiamo a disposizione una presa grande, e viceversa; allora abbiamo bisogno di una riduzione, anzi di due riduzioni, da piccola a grande e da grande a piccola.
Il mio brevetto con un solo oggetto risolveva entrambe le necessità.
In realtà non voglio parlare di aspetti tecnico o questioni di opportunità economica, mi interessa trasferirvi la mia esperienza sul “contesto ambientale”.
Cinque giorni prima che depositassi il brevetto, un altro giovane siciliano ha depositato la stessa identica cosa (quindi il brevetto era suo).
Sei mesi più tardi i grandi produttori di prese a muro, BTicino, Vimar, ecc, sono usciti sul mercato con le loro prese che facevano entrambe le funzioni, vanificando quasi totalmente l’efficacia del brevetto.
Un anno dopo, approfondendo l’argomento, scopro che la riduzione “da piccola a grande” è fuori legge, non consentita dalle normative di sicurezza.
Morale? Il contesto ambientale è molto più importante dell’idea, e mi limito a ciò che vi ho scritto.
In uno dei prossimi articoli proverò a illustrare l’importanza della produzione e commercializzazione del prodotto, prima ancora che dell’idea.
Non ci sono commenti presenti