Valore aggiunto? Ma dove, ma quando!?
C’è una regola non scritta che dice che non dobbiamo parlare male delle soluzione altrui.
Ma dopo anni di battaglie contro i mulini a vento, potrò concedermi un sfogo?
Avete detto SI? Meno male.
Io li devo difendere i “miei” QR Code – Qui abbiamo un bellissimo esempio di utilizzo che servirà solo a far dire “i QR non servono a un c….o” – sì perché l’espressione è quella, inutile girarci attorno.
Usiamo l’energia atomica per costruire bombe, per poi dire che l’atomica è pericolosa; magari dagli stessi che hanno creato la bomba.
Ho perso il conto delle volte che ho sentito frasi del tipo “Sì, ma mi ha convinto il consulente, non sapevo che…, pensavo che…, lo abbiamo fatto un po’ in fretta e…”, ma dai, ma su.
La mia non è una rivoluzione, ma vogliamo dare un po’ di dignità a questo QR?
Prova ad inquadrare il “mio” Vocal-it One… se poi ti chiami Mario meglio ancora!
Il mio è solo un modesto parere, magari interessato, ma mi sembra che il “valore aggiunto” sia differente; forse potrei chiamarlo coinvolgimento, divertimento, innovazione, pubblicità occulta o dichiarata.
Le grandi aziende possono chiamarlo come preferiscono, ma mi piacerebbe facessero un favore a me e a chi ci crede ancora: basta col demolire il potenziale dei Codici QR con iniziative che fanno ca………re!
Non lo dico per me ma per loro, che pur avendo un potenziale ENORME si ostinano a non volerlo sfruttare.
Aggiungo che una prima visione “furba” di un’azienda di questo livello in grado di esprimere un grande potenziale in termini di visibilità, Le consentirebbe di mantenere un vantaggio esperienziale notevole (tenete conto che tutto è misurabile).
Le iniziative complementari ed aggiuntive che si potrebbero intraprendere sono ancora a più alto valore aggiunto; avete presente i Big Data, i sondaggi, il valore di un contatto qualificato? Ecco!
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